S.O.S. GENITORI: LA DIFFICILE GESTIONE DEI FIGLI IN CASA
di Lucia Mammì, psicologa psicoterapeuta
Siamo abituati a bambini che non hanno tempo, tempo per annoiarsi, per sperimentare la loro creatività inventando nuovi giochi, perché sempre impegnati con la scuola e con tante attività pomeridiane (tennis, danza, piscina).
Esattamente come noi adulti, in questo momento, anche loro devono sperimentarsi in un nuovo ruolo, imparare a gestire il loro tempo, creare nuove routine. Ma come poter gestire al meglio questa situazione, essendo anche genitori a cui viene chiesto sì di stare a casa, ma lavorando?.
Quanti sono i genitori che impegnati in una videocall vedono comparire i loro figli alla continua ricerca di attenzione? Quanti devono allontanarsi da ciò che stanno facendo per rispondere alle richieste dei loro bimbi. Tanti!
Come fare allora a sopravvivere a questo periodo, creando una giusta armonia per il benessere di tutti?
Sicuramente da mamma e da papà non ti mancheranno idee su come occupare il tempo, ci sono mamme che coinvolgono i bimbi nella preparazione di una torta, che improvvisano laboratori creativi creando disegni, collage, marionette, mamme che condividono lo sport, facendo sessioni di workout insieme. Questo è il momento in cui possiamo sperimentarci, possiamo far uscire tutta la creatività sopita, con il vantaggio che le risate, la leggerezza, il condividere un obiettivo comune, avrà dei benefici nei bambini in termini di autostima e autoefficacia.
Provate per un attimo a mettervi nei panni di un bimbo, lui sa che ogni mattina dovrà alzarsi, lavarsi, vestirsi e andare a scuola. Questa prevedibilità degli eventi, la certezza della sua giornata, lo rassicura, lui sa esattamente cosa deve fare, e l’orario in cui ciò dovrà esser fatto.
Adesso però si trova a dover fronteggiare un imprevisto, una nuova situazione sotto tutti i punti di vista, come pensate possa reagire?
I bambini non hanno le stesse nostre risorse, da adulti sappiamo gestire la rabbia, (o almeno ci proviamo), da bimbi questa rabbia si manifesta con atteggiamenti dirompenti, da adulti se ci sentiamo tristi piangiamo, parliamo con un amico o un familiare per trovare rifugio emotivo, i bimbi non hanno la possibilità di chiamare il loro amichetto del cuore, eppure magari si sentono tristi perché gli manca davvero tanto.
Cosa fare quindi per far sì che questo linguaggio emotivo possa essere condiviso?
Per facilitare la condivisione delle emozioni è importante che ciascuno di noi si metta in ascolto con quanto prova, e insegni al bambino a fare lo stesso.
Se vediamo che il nostro bimbo è in difficoltà proviamo a capire cosa succede. Chiediamogli quale emozione sta provando, internet fortunatamente ci viene in aiuto, ma possiamo anche pensare, insieme, di creare delle facce con le diverse emozioni.

Questa immagine potrebbe esserci da esempio. Se il bambino è più piccolo (2-3anni) mi focalizzerei solo su FELICITA’, TRISTEZZA, RABBIA, PAURA, così da rendergli più facile l’individuazione.
Capiamo quale emozione prova, chiediamoglielo ogni giorno, o anche più volte al giorno, e facciamoci spiegare il perché di quell’emozione. Divertiamoci a capire con quanta intensità la sta provando, uno strumento utile potrebbe essere il TERMOMETRO DELLE EMOZIONI, utilizzatelo per individuare quanto forte è quell’emozione.

Questo vi permetterà di capire cosa il vostro bambino sta provando, e capire anche il perché di determinati suoi comportamenti.
Ricordati inoltre che tuo figlio percepisce esattamente il clima che c’è in casa, se mamma e papà sono nervosi, irascibili, arrabbiati, lo sarà inevitabilmente anche lui.
Come accennavo precedentemente, questa situazione nei bambini genera confusione, gli è stata tolta la prevedibilità, tutte le routine che lo rassicuravano. E allora come provvedere a questo?
Anche in questo caso, possiamo pensare di creare con il nostro bimbo un DIARIO SETTIMANALE, specificando la fascia oraria, dove insieme concorderete le attività da svolgere. Dare delle regole in questo periodo diviene fondamentale, il piccolo non deve percepire di essere in “vacanza”, ma svegliarsi alla stessa ora, lavarsi, vestirsi, come se dovesse uscire, creerà delle sequenze mentali e lo stimolerà ad affrontare al meglio la giornata.

Per i genitori che devono lavorare in smart working si potrebbe pensare di creare un cartellone a parte dove, utilizzando immagini o disegni spiegherete che la mamma o il papà in quell’ora sono impegnati, da genitore comunica quali sono i tuoi impegni, coinvolgilo nella tua routine, stabilisci dei tempi.
Potresti per esempio usare un TIMER, che imposterai in base al tempo che ti necessita. Dire “Adesso non posso”, o “Giochiamo dopo”, sono concetti troppo astratti, che tuo figlio potrebbe non cogliere. Diverso è se diciamo “Al suono del trillo mamma e papà saranno liberi e giocheremo insieme”
E in ultimo, cerca di prestare attenzione alle esigenze del bambino, se sai che alle tre ha bisogno di te per addormentarsi, non mettere la riunione di lavoro in quella fascia oraria, inseriscila piuttosto quando sai che dormirà, chi meglio di un genitore conosce le abitudini del proprio figlio, e chi meglio di un genitore sa trovare le giuste risorse per fronteggiare un periodo così difficile e delicato come quello che stiamo vivendo.
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