LA CRISI: FALLIMENTO O OPPORTUNITà? 7 punti per affrontarla
Ad opera del dott. Becci Francesco e della Dott.ssa LaLiscia Silvia
La parola crisi, scritta in cinese, è composta di due caratteri. Uno rappresenta il pericolo e l’altro rappresenta l’opportunità.
(John Fitzgerald Kennedy)
In questo articolo parliamo di:
- Cosa si intende per crisi psicologica;
- Quali circostanze possono costituire fattore di rischio in una crisi;
- Funzione della crisi psicologica;
- Modello di Rapoport della genesi di una crisi;
- Meccanismi cognitivi di mantenimento del vecchio schema;
- Come fronteggiare il senso di sconvolgimento;
- Conclusione: crisi psicologica come fallimento o come risorsa?
Cosa si intende per crisi psicologica
Una crisi psicologica può essere definita come una condizione di difficoltà, incertezza, sfiducia e disorientamento che in una persona determinano la destabilizzazione dell’equilibrio precedentemente acquisito. Durante una crisi psicologica, infatti, la persona può avvertire una perdita di energie e di motivazioni, un vissuto di vuoto esistenziale, una sensazione di immobilità, una confusione interna, oppure una mancanza di senso e scopo nella propria esistenza, e molto spesso vengono contemporaneamente meno le certezze e le sicurezze che fino a quel momento guidavano la vita di tutti i giorni.
Quali circostanze possono costituire fattore di rischio in una crisi
Le crisi psicologiche possono riguardare tanto gli uomini che le donne, di qualsiasi fascia di età, principalmente in quei momenti in cui la vita ci pone davanti a fondamentali momenti della nostra esistenza: difatti vi può essere, ad esempio, una crisi adolescenziale, una crisi per la scelta lavorativa terminati gli studi, una crisi dettata dalla ricerca più consapevole della propria dimensione lavorativa, una crisi dovuta alla conclusione del percorso universitario, una crisi di coppia oppure una crisi dovuta alla fine di un rapporto sentimentale, una crisi determinata dalla nascita di un figlio oppure, di converso, una crisi determinata dall’impossibilità ad avere figli, una crisi di mezza età, una crisi dovuta alla menopausa o alla cosiddetta andropausa, oppure una crisi determinata dal raggiungimento della pensione.
Funzione della crisi psicologica
Un periodo di crisi psicologica può essere anche caratterizzata da una specifica funzione. Fermo restando la specificità di ogni vissuto psicologico, può succedere ad esempio che una persona avendo impiegato nel corso della sua vita molte energie per il lavoro e l’aspetto economico, attraverso una crisi psicologica possa esprimere il bisogno di accrescersi ulteriormente anche in senso interiore, al fine di raggiungere quell’utile e salutare equilibrio tra gli aspetti più esterni, materiali, con quelli più interni, psicologici della nostra esistenza. Contrariamente, per chi ha trascorso gran parte della sua vita ponendo maggiore attenzione al versante interno, una crisi psicologica può esprimere il bisogno di aprirsi maggiormente anche ad aspetti più esterni, più espansivi, della nostra esistenza.
Modello di Rapoport della genesi di una crisi
Le situazioni nuove o impreviste richiedono necessariamente, un adattamento e l’utilizzo di modalità di gestione adeguate alla situazione. Infatti, come emerge dal modello di Rapoport, psicologo e psicoterapeuta ungherese, ci sono 3 condizioni che associate fra loro, possono provocare una crisi:
1: il verificarsi di una crisi;
2: una connessione fra questo evento e precedenti tensioni che avevano determinato una situazione conflittuale nel soggetto;
3: l’incapacità della persona di affrontare la crisi in modo adeguato servendosi dei suoi consueti meccanismi.
Questo terzo punto è fondamentale, infatti ciò che succede quando una persona si trova in una situazione di crisi è, come prima risposta, aggrapparsi ai propri schemi abituali, alle caratteristiche precedenti. Si assiste ad un attaccamento al vecchio, ma la caratteristica essenziale di una crisi è data proprio dal fatto che essa rappresenta un momento della vita caratterizzato dalla rottura del vecchio equilibrio e dalla necessità di trasformare gli schemi abituali di comportamento, i quali non si rivelano più adeguati a far fronte alla situazione presente. Se dei mutamenti interni o esterni, portano ad una crisi del modello precedente, significa che è richiesto un cambiamento, che la crisi, personale o sociale che sia, preme per una revisione necessaria degli schemi abituali e consueti, non adeguati al fronteggiamento della situazione presente. Se non si mette in discussione il proprio modello precedente e si persiste in questo stato si rischia di bloccarsi, avvertendo un senso di impotenza ed incapacità ad agire.
Meccanismi cognitivi di mantenimento del vecchio schema
Per comprendere il perché di fronte a una crisi, tendiamo ad aggrapparci ai nostri schemi abituali, senza intravedere dunque il possibile aspetto evolutivo della crisi o l’obbligo di cambiare, potremmo ricorrere a 3 cause:
- La paura dell’ignoto: la gente ha paura dell’ignoto, per cui il cambiamento viene vissuto come pericoloso. Inoltre, è difficile mettere in discussione il proprio modo di pensare e di agire, per un principio di economia mentale che ci guida, una sorta di risparmio energetico del proprio cervello.
- Un principio di economia mentale che ci guida: per poter risolvere un problema noi generalmente utilizziamo due procedimenti possibili: uno procedimento strutturato, dove analizziamo ogni possibile soluzione per cercare la migliore; ed uno automatico, più rapido e spesso meno efficace. Quest’ultimo meccanismo si chiama euristica, e noi lo utilizziamo ad esempio per non dover consumare energie per pensare al percorso migliore per raggiungere l’ufficio: ne abbiamo imparato uno e quello seguiamo, ogni mattina. Mentre camminiamo per andare a lavoro non pensiamo “adesso salgo sul marciapiede, poi giro l’angolo, mi fermo al semaforo”. Tutto ciò avviene in automatico, sono processi intuitivi a basso costo energetico. Questo è quello che noi definiamo pilota automatico, che ci guida nelle azioni quotidiane e che ci permette appunto di fare qualcosa in automatico, cioè fare economia mentale.
- La tendenza degli essere umani di cercare una coerenza cognitiva: un altro motivo per cui risulta così difficile apportare cambiamenti nella propria vita, anche laddove siano necessari, può essere ricercato nella tendenza dell’essere umano di cercare una coerenza interiore tra ciò che si è e ciò che si è sempre stati. Ciò significa che di fronte ad un problema sconosciuto o un imprevisto si tende a mettere in atto lo stesso tipo di strategia conosciuta, senza fermarsi a chiedersi se realmente è ciò che necessita in quel momento. Quando un soggetto si trova ad affrontare una difficoltà di vita, cerca di gestirla e di risolverla mettendo in pratica tutte le proprie forze e capacità e spesso, scontrandosi con le stesse problematiche, arriva a chiedere aiuto, sostenendo che il proprio problema è impossibile da risolvere, o che lui le ha provate davvero tutte. In realtà il soggetto si è illuso di aver trovato nuove soluzioni e strategie, che non sono altro che delle repliche modificate dei comportamenti passati: ha semplicemente continuato a mettere in pratica versioni diverse di una stessa modalità di essere e di affrontare la vita, per cui si trova al punto di partenza. Gli schemi sono strutture mentali formate da un insieme di ricordi, emozioni, pensieri e sensazioni somatiche che si iniziano a sviluppare fin dalle prime fasi di vita. Alcuni di questi schemi posso essere disfunzionali, in quanto sono rigidi e non adattivi, causando difficoltà nelle relazioni e, in generale, nel modo di rapportarsi con se stessi e con il mondo. Infatti, di fronte agli eventi di vita che possono avvenire, sarebbe necessario essere flessibili, per potersi adattare ai possibili mutamenti, imprevisti ed eventuali eventi critici. Tali schemi non permettono invece di farlo; costituiscono per il soggetto l’unico metro di valutazione di cui dispone.
Come fronteggiare il senso di sconvolgimento
La capacità di reagire e fronteggiare le difficoltà non è un dono per pochi eletti. La personalità umana parte da una predisposizione innata che poi si forma con l’interazione con l’ambiente; pertanto la capacità di affrontare gli eventi critici può essere considerata in buona parte una caratteristica umana appresa, sulla quale, quindi, abbiamo la possibilità di potenziarla, così come in palestra si lavora per potenziare i muscoli. Questa capacità reattiva, caratterizzata da autoefficacia, autostima, resilienza, è una risposta appresa frutto di lavoro, esperienza, lavoro, esperienza, perseveranza, esame di realtà. Quindi sostanzialmente, possiamo tutti essere candidati allo sviluppo di tale abilità reattiva. Molte persone sono inconsapevoli delle proprie potenzialità. Attraverso un percorso psicologico è possibile avere una maggiore consapevolezza e chiarezza dei contenuti emotivi alla base di una crisi psicologica e quindi, attraverso un processo di comprensione ed elaborazione, riuscire ad integrarli con equilibrio ed armonia all’interno della personalità globale. I requisiti per l’intervento sulla crisi comprendono lo stabilire rapidamente un rapporto con il paziente, volto a creare un’alleanza terapeutica; riesaminare i passi che hanno condotto alla crisi; comprendere le reazioni disadattative che il paziente sta usando per affrontare la crisi; focalizzarsi solo sulla crisi; imparare a usare strategie adattative per affrontare le crisi; usare i sentimenti positivi verso il terapeuta in modo tale da trasformare il lavoro in un’esperienza di apprendimento; insegnare al paziente come individuare quelle dinamiche che verosimilmente potranno produrre future crisi e concludere l’intervento non appena risulti evidente che la crisi è stata risolta e che il paziente comprende con chiarezza tutti i passi che hanno condotto al suo sviluppo e alla sua risoluzione. Il risultato del percorso psicologico può condurre il paziente ad acquisire la capacità migliore per affrontare le future situazioni critiche.
Conclusione: crisi psicologica come fallimento o come risorsa?
Una crisi psicologica può rappresentare, dunque, una preziosissima ed importante fase trasformativa: nel momento in cui si cerca di comprendere, di riflettere e di elaborare quanto sta accadendo, una crisi può aiutare gradualmente la persona a conoscersi meglio, a crescere e a scoprire dentro di sé nuove risorse e nuove risorse e nuove capacità esistenziali.
Bibliografia
- Mente e crisi: un percorso verso il cambiamento. Giovanni Anzuino
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