Sfatare i pregiudizi o sfidare i limiti? Sfilate, moda e Sindrome di Down
di Amelia Borello, Psicologa-Psicoterapeuta presso Centro Apice
Vogue, Cosmopolitan, Elle sono le riviste di moda per cui ha posato Sara, nome di fantasia che le daremo per praticità in questo articolo. Ma chi è questa ragazza? Sara è una modella che è stata scelta per sfilare sulle passarelle di Londra, Parigi, Dubai e New York. Ha fondato una sua azienda di moda dove crea vestiti ed a oggi mira a sfilare per Victoria’s Secret. Ma cosa contraddistingue questa modella? Sara è Down. Tutti sappiamo che la Sindrome di Down è una condizione genetica caratterizzata dalla presenza di 3 cromosomi e non 2 nella coppia di cromosomi numero 21, la Trisomia 21. La maggior parte delle persone crede che i down sono tutti uguali, sono sempre felici, non sanno di essere diversi, sono incapaci di avere rapporti interpersonali e non potranno mai essere autonomi, lavorare e realizzare i loro sogni.Ma Sara ha rotto ogni tabù: è la prima modella a sfilare sulle passarelle internazionali. È riuscita a modificare la percezione delle persone disabili dimostrando che può vivere una vita come tutti con il supporto delle persone che la amano. È realtà oppure è un caso determinato da una buona dose di fortuna?Sara ha sfidato ogni limite oggettivo e soggettivo concepibile, ha riconosciuto un suo bisogno, una sua passione e l’ha fatta diventare realtà.Tutto questo è stato reso possibile grazie al sostegno della rete di supporto affettiva e relazionale che l’ha sempre appoggiata e incoraggiata a sviluppare la sua autonomia, e far crescere la sua volontà e motivazione a essere la modella e stilista che è oggi. Il processo di sviluppo psicologico individualizzato dell’autonomia e dell’autostima sono necessari e le tecniche cognitive-comportamentali risultano essere statisticamente le più efficaci per questi tipi di interventi. Infatti, tali interventi mirano al riconoscimento dei bisogni, delle emozioni, a canalizzare la motivazione, a progettare un piano d’intervento individualizzato, a riconoscere le proprie paure che bloccano e trovare il sostegno utile per non fermarsi, ma realizzare se stessi anche se si è diversamente abili.
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