Scuola e disabilità
di Amelia Borello, Psicologa Psicoterapeuta presso Centro Apice
Penne, quaderni e libri suona la campanella è iniziata la scuola.
Ma come fare…nella classe c’è anche un ragazzo con disabilità!
Tetraplegia, ritardo cognitivo, disturbi specifici dell’apprendimento, autismo, disturbo oppositivo-provocatorio, gli insegnanti si trovano a dover insegnare anche ai ragazzi disabili con queste problematiche e non mancano le difficoltà. Da dove partire allora? Dalla conoscenza del tipo di disabilità, dai bisogni, dalle capacità, dalle abilità, dall’integrazione?
È un lavoro di equipe: si parte dall’osservazione e valutazione delle capacità e abilità, si evidenziano i bisogni, si sceglie cosa deve apprendere, con quali strumenti e in quanto tempo. I ragazzi devono studiare, imparare, fare i compiti, devono sostenere le interrogazioni facendo i conti con le loro difficoltà e le aspettative del sistema scolastico. È sufficiente questo o vi siete mai chiesti se manca qualcosa?
È proprio così, manca l’aspetto più importante: la relazione tra professori e alunni con difficoltà. È fondamentale trovare un canale per facilitare il rapporto di fiducia tra gli insegnati e i ragazzi. Ancora più importante è facilitare le relazioni con i compagni per creare un clima sereno e accompagnare nel processo di crescita.
Il servizio “Noi e la Dis-abilità”, proposto dal Centro Apice, offre la possibilità di potenziare le abilità residue e svilupparne di nuove a seguito di una valutazione diagnostica secondo interventi cognitivo-comportamentali, al fine di migliorare la qualità della vita della persona disabile effettuando consulenze su problematiche e difficoltà specifiche e relazionali.
You may also like

DEPRESSIONE O TRISTEZZA? IMPARIAMO A DISTINGUERLE
