Mente e Cuore…Possono Dialogare?
di Elena Iannelli, Psicologa presso Centro Apice
Il problema non risiede nello stato d’animo in sé, ma nell’appropriatezza dell’emozione e della sua espressione” (Aristotele)
Non voglio essere in balia delle mie emozioni. Voglio servirmene, goderle e dominarle.
(Oscar Wilde, da “Il ritratto di Dorian Gray”)
Frasi come queste rappresentano, a mio avviso, l’essenza di quello che è l’argomento di questo articolo: l’intelligenza emotiva, un tema ancora non molto conosciuto. Tutti noi infatti conosciamo bene l’intelligenza intesa come capacità che ci permette di capire le cose e le situazioni e di risolvere i problemi in modo appropriato alle circostanze. Oltre all’intelligenza però noi facciamo esperienza anche di qualcos’altro, ovvero le emozioni, e qui entra in gioco appunto l’intelligenza emotiva, cioè la capacità di gestire le nostre emozioni ma anche quelle degli altri e, volendo giocare con i termini, la capacità di rendere “intelligenti le nostre emozioni”, di riconoscerle, capirle e anche di saperle esprimere. Ovviamente è molto più facile a dirsi che a farsi e questo perché le emozioni, per loro stessa natura, sono come degli impulsi che ci spingono ad agire e noi non possiamo scegliere che emozione provare, ma possiamo imparare a non agire sotto il suo impulso e quindi gestirla.
Ma di quali emozioni parliamo? Tutte le emozioni, essenzialmente, ci spingono ad agire e possono essere divise in primarie e complesse. Quelle primarie sono paura, rabbia, tristezza, felicità, sorpresa e disgusto che sono considerate le emozioni universali poiché chiunque, a prescindere dal paese di appartenenza, le comprende e ha le stesse modalità di espressione per queste emozioni. Dalle diverse combinazioni delle emozioni primarie nascono poi quelle complesse: per esempio “rabbia + disgusto = disprezzo”. Le emozioni, inoltre, si possono classificare secondo la loro intensità: la “rabbia”, per esempio, può arrivare a generare un’emozione ancora più intensa e forte che è l’ira.
Chiarito dunque questo aspetto è importante comprendere che tutte le emozioni sono importanti e ognuna ha una sua propria funzione. Quando siamo arrabbiati, per esempio, c’è una scarica di adrenalina che permette un’azione vigorosa. Con la paura invece l’organismo è in uno stato di allerta per prepararsi all’azione e per valutare la migliore risposta. La tristezza invece ha la funzione di farci adeguare ad una perdita o delusione importante al fine di elaborare e comprendere questa perdita o speranza frustrata. In tempi remoti queste risposte emozionali erano fondamentali per la sopravvivenza degli uomini primitivi; oggi, che viviamo in una società in cui la sopravvivenza si può dire che sia garantita, sembra venire meno quell’adattamento del nostro repertorio emozionale e facilmente si diventa inclini a reazioni disastrose dovute alla perdita di controllo sulle emozioni.
Quando siamo in preda ad una forte emozione siamo in balia di un sistema presente nel nostro cervello, il sistema limbico ed in particolare di una struttura chiamata amigdala che si occupa proprio della nostra memoria emozionale. In un certo senso possiamo dire che abbiamo due menti: una razionale ed una emozionale, una che pensa e una che sente. Questo tuttavia, non vuol dire che siamo burattini controllati dall’amigdala e dalle esplosioni emozionali, perché noi abbiamo sempre la possibilità di fare qualcosa. Sviluppare l’intelligenza emotiva significa fare sì che la dimensione emotiva non sia un problema ma un’opportunità che dia vantaggi a noi stessi e alle persone con cui ci relazioniamo. L’emozione e il pensiero sono fondamentali quando dobbiamo prendere decisioni importanti; i nostri pensieri, infatti, possono influenzare il modo in cui ci sentiamo e, di conseguenza, il modo in cui agiamo. Ciò che possiamo fare è allenarci a modificare i pensieri disfunzionali per gestire meglio le emozioni e i comportamenti. Tuttavia, questo non significa non vedere l’emozione che si sta generando, anzi, è fondamentale sapere cosa proviamo ed è altrettanto fondamentale imparare a “dirigere noi i lavori”. Sicuramente all’inizio può essere faticoso, è qualcosa che si impara nella vita di tutti i giorni e con pazienza ma è una cosa che si può fare.
Come rendiamo allora più armonico il rapporto tra emozioni e pensieri?
Prendiamo ad esempio delle situazioni in cui si devono prendere decisioni importanti ma l’emozione ostacola il pensiero lucido; in certi casi infatti noi diciamo: “Non riesco neanche a pensare”, questo perché forti emozioni di paura, rabbia e simili creano una sorta di rumore di fondo sabotando le capacità più razionali. Spesso la realtà ci mette di fronte a una serie di scelte e di situazioni difficili e le emozioni guidano le nostre decisioni momento per momento collaborando con la mente razionale; è qui allora che entrano in gioco le diverse componenti dell’intelligenza emotiva su cui è importante lavorare:
Autoconsapevolezza: la capacità di riconoscere un’emozione nel momento in cui si presenta e la continua attenzione ai propri stati interiori. Essere consapevoli di sé significa essere consapevoli sia dei propri stato d’animo che dei pensieri su di esso.
Controllo delle emozioni: la capacità di controllare le emozioni in modo che siano appropriate. I sentimenti estremi, le emozioni che diventano troppo intense o durano troppo a lungo, infatti, minacciano la nostra stabilità mentre il tranquillizzare e il confortare se stessi sono capacità fondamentali per il benessere psicologico.
Motivazione di se stessi: la capacità di controllare le emozioni per raggiungere un obiettivo; una capacità essenziale per concentrare l’attenzione, per trovare la motivazione e il controllo di sé. Alla base di qualunque relazione infatti c’è il controllo emozionale, la capacità di ritardare la gratificazione e di reprimere gli impulsi.
Empatia: riconoscere le emozioni altrui. Si basa sulla consapevolezza di sé: più siamo aperti verso le nostre emozioni e stati d’animo, più saremo in grado di leggere i sentimenti degli altri e assumere la loro prospettiva.
Gestione delle relazioni: l’abilità sociale. E’ la capacità di creare legami, di negoziare soluzioni, di analizzare la situazione sociale e interagire in modo disinvolto con gli altri.
Dunque, al giorno d’oggi, in un mondo che cambia rapidamente e che mette a dura prova ognuno nel quotidiano e nelle relazioni con l’altro, le emozioni hanno un ruolo fondamentale e fondamentale è allora il saperle gestire di fronte alla miriade di situazioni, eventi e scelte che la vita ci mette davanti. Che scuola/carriera intraprendo? Voglio sposare questa persona o no? Perché in questo ho fallito? Come mi comporto con chi ho di fronte? Che emozione provo in questa situazione? Ciò che governa questi aspetti importanti della vita è un insieme di capacità tra cui spiccano fattori come la consapevolezza, l’autocontrollo, la perseveranza, l’empatia e l’attenzione agli altri: ovvero, l’Intelligenza emotiva, che è presente in tutti noi e che può essere potenziata e condivisa per rendere migliore il rapporto con se stessi, con gli altri e con le situazioni quotidiane per fare davvero in modo che mente e cuore dialoghino in armonia.
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