SERVIZIO DI PSICONCOLOGIA: Cos’è la psiconcologia e che fa lo psiconcologo?
di Anna Innocenzi, Psicologa presso Centro Apice
La Psiconcologia nasce nel 1950 negli Stati Uniti e negli ultimi 40 anni si è diffusa anche nel resto del mondo. Questa disciplina ha come obiettivo quello di garantire una migliore qualità di vita per la persona ammalata di tumore ed offrire sostegno a coloro che la circondano come familiari e amici. Quando una persona riceve la diagnosi di tumore la sua vita e la sua intera esistenza, in tutte le dimensioni, come quella psicologica, fisica e sociale, cambia profondamente; non dobbiamo dimenticare che stiamo parlando di una persona “normale”, qualsiasi, che si trova di fronte ad una minaccia seria e durevole alla propria sopravvivenza. Può essere utile quindi per la persona interessata al decorso della sua malattia ricevere chiarezza riguardo l’esperienza di sofferenza a cui sta andando incontro o che sta attraversando. La figura dello psiconcologo, che solitamente è uno psicologo specializzato, si pone infatti come obiettivo quello di aiutare ed accompagnare la persona in questa fase di passaggio nel riscoprire nuovi obiettivi, valori e priorità. Un aspetto psicologico importante sono le emozioni associate alla malattia, come la preoccupazone, la paura, l’angoscia, la tristezza e la rabbia; queste sono risposte adeguate, ma quando diventano eccessive e perseveranti (ansia e depressione) è bene chiedere aiuto, poiché il benessere psichico come quello fisico è un importante parametro fisiologico da osservare durante il decorso della malattia.
La presenza dello psiconcologo è di sostegno anche per gli amici e i familiari che circondano il paziente oncologico, per aiutarli ad affrontare la malattia in modo meno traumatico e gestire la relazione con il paziente. Pertanto l’obiettivo dell’intervento dello psiconcologo diventa quello di accompagnare il paziente ed i suoi familiari a riconoscere, ripensare e recuperare la identità personale e familiare, integrandovi i cambiamenti prodotti dalla malattia. In altre parole, non appiattirsi sulla malattia, non negarla, ne reprimerla, ma affrontarla gradualmente passo dopo passo, giorno dopo giorno.
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