GLI EFFETTI DELLA TECNOLOGIA SUL RITMO SONNO-VEGLIA
di Valentina Valentino Tirocinante presso Centro Apice
Di questi tempi, ove ogni cosa è “interattiva“, potrebbe capitare a tutti di cadere nella tentazione di <<tirar tardi>> di fronte al pc, o con il tablet, o con il cellulare, magari navigando sul web senza un vero obiettivo, partecipando a interazioni nei social, o passando da una ricerca all’altra attraverso youtube. E, magari, guardando improvvisamente l’orologio, chiedersi come è possibile siano trascorse delle ore!
Ecco, il web è certamente un intrattenimento, quando non usato per coadiuvare lo studio o per lavorare. Ma, a differenza di un professionista che lo usa nel suo lavoro, e, da adulto, sa distinguere il tempo che dedica all’intrattenimento, alla distrazione, al riposo mentale, e quello della concentrazione per il raggiungimento di un obiettivo, i “millennium”, così chiamati, ossia i nostri adolescenti, nativi digitali, fanno, oggi, una gran fatica a distinguere, quando sono nel web, il tempo “perso” da quello “guadagnato”, grazie a questa risorsa innegabile. E, senza accorgersene, pian pianino, potrebbero finire per accumulare perdita di sonno, di concentrazione nelle ore di veglia… ma soprattutto perdita di tempo prezioso per gli obiettivi di apprendimento scolastico!!
Innanzitutto bisogna sfatare un mito: molte persone, soprattutto i più giovani, dopo aver dormito poco, affermano di sentirsi più attivi, col cervello più “sveglio”, ma questa percezione è un inganno, la sensazione di “essere più svegli” è un effetto adrenalinico che viene messo in atto proprio dal cervello, che, avendo ricevuto poco riposo, cerca di richiamare a sé tutte le energie che può, per funzionare!! I cervelli che sono privati del sonno non sono efficienti, devono lavorare di più! Studi di brain imaging, mostrano che il cervello di chi dorme poco deve disperatamente pompare più energia nella corteccia prefrontale, cercando di superare gli effetti della “privazione” di sonno.
Dormire poco provoca taglienti decrementi nella memoria di lavoro. Non solo: visto che mentre dormiamo si consolida il nostro apprendimento, una deprivazione del sonno interrompe i processi attraverso i quali impariamo nuove abilità. Dormire poco fa perdere anche la memoria a lungo termine, ossia quella memoria che registra non solo ciò che apprendiamo, ma anche i processi attraverso cui apprendiamo (che in un adolescente sono in formazione, e quindi sono fondamentali) ossia i metodi, la metodologia, le strategie, che ci abituiamo a usare per il raggiungimento dei nostri obiettivi!
Una persona ben riposata ha incredibili poteri di attenzione: può distinguere una voce tra molte, vedere piccoli oggetti, cose in movimento in un mare di informazioni visive che potrebbero distrarre, e molte altre abilità. Dormire poco, però, fa sì che molti di questi poteri si esauriscano velocemente.
Senza dormire, poi, non si riesce a pianificare, e dormire non sufficientemente, porta anche alla morte delle cellule cerebrali. Dormire poco non fa bene psicologicamente e non fa bene fisiologicamente.
E dunque, cosa fare se ci si accorge che nostro figlio/a sta abusando del tempo che ha per dormire, per stare nel… web? Qualche accorgimento, qualche consiglio utile e semplice, qui di seguito, può aiutare: nelle ore che precedono il sonno è bene evitare l’esposizione a fonti luminose e sonore poiché condizionano il nostro orologio biologico. La luce che proviene dalla tv, dallo schermo display del tablet, dagli smartphone o dal computer, in particolare, ha sul nostro cervello lo stesso effetto del sole: inibisce la produzione della melatonina, l’ormone del sonno, che favorisce l’addormentamento e svolge il fondamentale compito di regolare il ciclo sonno-veglia. L’abitudine di utilizzare questi dispositivi tecnologici per sfogliare pagine virtuali, leggere la posta elettronica, giocare e guardare videoclip “prima di addormentarsi”, quindi, può compromettere il sonno e portare direttamente all’insonnia. Anche i rumori improvvisi disturbano – per intenderci, quelli dei videogiochi, o dei videoclip nei social che partono automaticamente – in quanto tengono in allerta i centri della veglia ed ostacolano il rilassamento.
L’ideale, quindi, sarebbe ridurre l’esposizione agli schermi luminosi e agli stimoli sonori almeno nella “mezz’ora prima di andare a letto”. Altro piccolo accorgimento: la stanza da letto, andrebbe riservata al riposo. Meglio non usarla per rispondere alla e-mail o guardare la televisione. Sarebbe utile, per i nostri ragazzi, quindi, che avessimo l’accortezza di non mettere il pc proprio nella loro stanza, ma di sceglierne un’altra, così da monitorare il tempo che vi trascorrono, ma anche di impedire che questo venga fatto prima di andare a dormire.
In conclusione, comunque, la cosa più importante, sarebbe proprio quella di “renderli consapevoli” di quanto sin qui illustrato, di aiutarli in un “allenamento” ad un sano rapporto con il web, sì che possano godere il tempo del piacere e della distrazione, “riconoscendolo” e “distinguendolo”, da quello per lo studio.
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