FAME FISIOLOGICA E FAME NERVOSA: come riconoscerle
di Simona Stravato, Psicologa
Spesso la distinzione tra fame fisiologica e fame nervosa non è così facilmente riconoscibile. Può capitare infatti che quando viviamo delle situazioni stressanti o sperimentiamo emozioni negative, la nostra percezione dei segnali fisici di fame e sazietà risulti alterata. Così succede che durante un pomeriggio trascorso a casa, in cui magari ci sentiamo annoiati, ci ritroviamo ad aprire il frigorifero o la dispensa e a mangiare la prima cosa che capita. O quante volte, dopo una giornata pesante trascorsa a lavoro, ci sentiamo in diritto di concederci una gratificazione e mangiamo più del necessario.
Ma come si fa allora a riconoscere se si tratta di fame fisiologica o fame nervosa? È importante innanzitutto imparare ad ascoltare i segnali che il nostro corpo e la nostra mente ci mandano.
La fame fisiologica è un segnale del corpo che sentiamo quando vengono meno le energie o avvertiamo quel fastidioso brontolio allo stomaco o, addirittura, dei capogiri nei casi di digiuno prolungato. È caratterizzata inoltre da un bisogno di cibo generalizzato, non diretto ad un alimento specifico.
La fame nervosa invece è più che altro un impulso proveniente dalla nostra testa che ci spinge a mangiare per “distrarci” da stati emotivi intollerabili (noia, ansia, rabbia, tristezza, ecc.). Scegliamo cibi calorici e in quantità superiore rispetto a quello che è il nostro reale bisogno fisiologico. Essa compare indipendentemente dal nostro stato di sazietà e di solito siamo portati a soddisfarla in modo urgente.
Il modo in cui riusciamo a gestire le emozioni influenza le modalità con cui ci relazioniamo al cibo. Più saremo in grado di percepire e canalizzare le emozioni in modo funzionale, meno sentiremo il bisogno di ricorrere al cibo come fonte sostitutiva di conforto.
Diventa utile pertanto imparare a riconoscere i segnali che il nostro corpo ci manda per capire se la ricerca di cibo sottende un reale bisogno fisiologico o è solo un modo poco sano di mettere a tacere sensazioni negative. Nel secondo caso, mangiare potrebbe inizialmente donarci sollievo e darci l’illusione di essere soddisfatti, ma genererebbe senso di colpa e disagio in un secondo momento. Così non faremmo altro che peggiorare la sensazione di malessere, continuando ad alimentare un circolo vizioso.
You may also like

DEPRESSIONE O TRISTEZZA? IMPARIAMO A DISTINGUERLE
