SI PUO’ FARE! Capire, conoscere, stare con la disabilità
di Enrico Pinna, Psicologo presso Centro Apice
La sensazione di impotenza di fronte alle situazioni che capitano nella vita è probabilmente una delle cose più destabilizzanti che possano accadere. Quando una persona percepisce di non avere armi a disposizione per gestire contesti problematici frequentemente si sente frustrato, pensa di non essere capace e si trova molto spesso di fronte ad una scelta da compiere: o si sforza comunque di trovare possibili soluzioni, oppure lascia perdere e non fa più niente : si arrende.
Questo vissuto di impotenza è molto frequente in genitori che si trovano a fronteggiare una disabilità grave dei propri ragazzi. In questo articolo si vuole focalizzare l’attenzione sulla disabilità intellettiva e su cosa è possibile fare per aiutare noi e i “nostri” figli a vivere meglio.
La disabilità intellettiva si manifesta essenzialmente in due aree di funzionamento dell’individuo, quella della comunicazione ed interazione sociale e quella degli interessi e delle attività: è come se chi ne è colpito ad un certo punto del suo sviluppo dimentichi come si fa a comunicare ed interagire con chi gli sta intorno e non riesca più a decifrare il contesto in cui si trova, quindi è molto probabile che si chiuda in un mondo tutto suo in cui sta al sicuro.
Cosa si può fare in una situazione di questo genere? Si può fare molto. Le persone che hanno questo tipo di problematiche non sono diverse dalle altre persone: amano, desiderano, chiedono, sono curiose, si arrabbiano. L’unica caratteristica che distingue loro è che lo fanno in un modo particolare, non comune, “strano”. E’ come se avessero sviluppato un linguaggio molto personale che ai più risulta indecifrabile. E’ proprio qui che molto spesso nasce la frustrazione di molti genitori. Proprio perché non riescono ad entrare in questo mondo misterioso ed incomprensibile molte volte rinunciano ad avere un contatto col proprio figlio e si limitano ad accudirlo nei suoi bisogni primari. Ma così facendo perdono un mondo meraviglioso in cui si può e si deve poter accedere: il mondo delle emozioni, dell’amore,del gioco,del sorriso e dello stare bene insieme.
Si può imparare ad entrare in questo mondo? La risposta è si. E’ una realtà fatta di pensieri, comportamenti ed emozioni che non vengono usate nella maniera in cui siamo abituati , ma in modo differente. Gli elementi però sono esattamente gli stessi per tutti e sono riassumibili in un concetto ben preciso, il concetto di Persona.
La psicologia cognitiva e gli studi sul comportamento danno delle risposte a molti dei problemi che tanti pensano non avere soluzione. Soprattutto permettono di capire come avere un contatto con i “nostri” figli che, come detto, hanno la particolarità di esprimere in maniera diversa le stesse cose che mostrano e sentono le persone definite “normali”. Saper riconoscere i nostri pensieri e le nostre emozioni e quali sono i meccanismi che li determinano aiuta a gestire meglio situazioni e difficoltà che possono sembrarci un peso intollerabile, ma soprattutto aiuta a stabilire un contatto con chi vogliamo aiutare. Capire cosa la persona sta cercando di comunicarci, domandarsi di che cosa ha veramente bisogno e cosa noi veramente percepiamo a livello emotivo e di pensiero sono elementi fondamentali per riuscire ad abbattere molti muri che ci impediscono di fare quello che in definitiva vogliamo tutti: stare bene. Quello che non si conosce è difficile da modificare; la conoscenza e la consapevolezza possono aiutare a vivere meglio.
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