OGNI DIFFICOLTÀ NASCONDE UN’OPPORTUNITÀ
di Lavinia Narda, psicologa Tirocinante Centro Apice
Di tutto restano tre cose:
la certezza che stiamo sempre iniziando,
la certezza che abbiamo bisogno di continuare,
la certezza che saremo interrotti prima di finire.
Pertanto, dobbiamo fare:
dell’interruzione, un nuovo cammino,
della caduta, un passo di danza,
della paura, una scala,
del sogno, un ponte,
del bisogno, un incontro.
Fernando Sabino
Stiamo vivendo un momento difficile che ci coinvolge in modo personale ma anche universale.
Il Covid, infatti, sta modificando la nostra vita e così come la nostra, quella di ogni altro essere umano.
È un aspetto importante da tenere a mente, perché mostra come ogni individuo a prescindere da sesso, cultura, razza, età e classe sociale, sia fragile di fronte ad alcuni eventi.
In questo periodo per ognuno di noi è difficile pianificare, progettare, sentirsi stabili, sentirsi certi… eppure i momenti che fanno emergere le nostre fragilità personali e più in generale umane possono insegnarci qualcosa, o meglio ancora possono donarci qualcosa.
Fernando Sabino nelle sue parole descrive benissimo ciò che possiamo imparare quando riusciamo a prendere contatto con i nostri limiti e le nostre difficoltà.
Esploriamo con più attenzione ciò che Sabino cerca di comunicarci:
Stiamo sempre iniziando qualcosa, è vero aspettiamoci che la vita sia complessa perché richiede un continuo processo di costruzione, un confronto continuo con le novità; abbiamo bisogno di continuare, senza dubbio perché vivere significa non smettere di sperare, significa provare e riprovare con pazienza e costanza, saremo interrotti prima di finire, se ci pensiamo la morte è il destino di ogni essere umano e forse tenerlo a mente può aiutarci a godere di ciò che abbiamo costruito godendoci il percorso e non la prestazione.
Dobbiamo fare dell’interruzione un nuovo cammino, la vita in fondo è fatta di cicli che si aprono e si chiudono, ed è proprio dalle chiusure che possiamo ripartire per esplorare nuove strade e magari avere più chiaro dove vogliamo dirigerci.
Dobbiamo fare della caduta un passo di danza, percepite la pienezza dell’immagine di una caduta che si trasforma in un passo di danza? Succede di cadere nella vita, succede anche spesso, eppure, se riusciamo ad accettare le nostre cadute con un cuore leggero come quello di un ballerino, possiamo utilizzarle per imparare a farci sempre meno male ed a rialzarci per continuare la nostra danza.
Dobbiamo fare della paura una scala, chi di noi non ha paura? Chi di noi non ne ha in questo momento? Eppure, prendere contatto con la paura può aiutarci ad essere coraggiosi (da cor habeo ossia avere cuore), e ad usare la paura come una scala per esplorare ciò che ci spaventa, scoprendo magari che la nostra paura aveva radici lontane che non hanno a che fare con il presente e che la possiamo affrontare, senza farci tenere fermi da essa.
Bisogna fare del sogno un ponte e del bisogno un incontro.
Se non avessimo sogni non raggiungeremmo le nostre mete, se non avessimo sogni non avremmo ponti da attraversare per raggiungere i nostri desideri che a volte sembrano così lontani ma che a volte scopriamo essere così vicini.
Fare del bisogno un incontro… con chi? Con se stessi, con l’altro. Saper ascoltare i propri bisogni, saperli esprimere, solo così vi è l’incontro nutriente con sé stesso e con l’altro, solo così ognuno di noi può assumersi la responsabilità di avere dei bisogni e impegnarsi per soddisfarli.
Nelle difficoltà possiamo accorgerci delle nostre risorse, nelle difficoltà possiamo imparare, nelle difficoltà possiamo incontrare noi stessi e l’altro.