Il Faro di Anim: Una fiaba per affrontare Ansie e Paure
di Mirian Florio
C’era una volta ANIM, un tranquillo villaggio in riva ad un laghetto. Niente pareva turbarlo; il clima era sempre sereno e gli abitanti erano felici e contenti di tutta quella pace. Passavano le giornate svolgendo i loro lavori con tranquillità e poi avevano tutto il tempo di dedicarsi con amore e pazienza alla propria famiglia. Su questo villaggio vegliava un Faro parlante di nome NEUVEG, era lui l’addetto a dare l’allarme in caso di pericolo e tutti si sentivano al sicuro perché il Faro riusciva a capire il pericolo poco prima che si verificasse dando così il tempo ai propri cittadini di mettersi al sicuro.
Per esempio una volta il Faro aveva intravisto un po’ di fumo e con la sua voce calma esclamò “FUMO IN VISTA, RIEMPITE I VOSTRI SECCHI D’ACQUA E RECATEVI VERSO OVEST, RIUSCIRETE COSI’ IN BREVE TEMPO A SPENGERLO E IL PERICOLO SARA’ COSI’ SCONGIURATO”.
Le persone ebbero tutto il tempo di fare come aveva detto il faro e con calma riuscirono a spengere il fuoco.
Tutto cambiò quando arrivò un nuovo abitante nel villaggio di nome ANSY, lui veniva dalla foresta ed era abituato a fronteggiare molteplici pericoli. Proprio per questo suo passato era una persona paurosa e il fatto di arrivare in un villaggio dove non conosceva nessuno gli creava molto disagio.
Decise quindi di costruire la sua casetta accanto al Faro, così si disse, in caso di pericolo sarebbe stato il primo ad accorgersene e a scappare. Da quel giorno il tranquillo villaggio non era più così tranquillo poiché se Ansy sentiva un semplice cinguettio, lo scambiava per degli uccelli feroci pronti ad attaccarlo e allora uscendo di casa, incominciava ad urlare “RAPACI, RAPACI IN ATTACCO”. Il faro sentendo queste urla, dava il segnale d’allarme a tutto il villaggio e le persone guardando in cielo e non vedendo nessun attacco di rapaci non capivano da dove potesse arrivare il pericolo e si dissero “beh, forse il faro ha preso un abbaglio, può capitare” e tornarono così alle loro attività quotidiane.
I falsi allarmi continuarono per sette, dieci, venti giorni; Ansy un giorno sentiva più freddo del solito e temendo una glaciazione imminente cominciava ad urlare frasi di pericolo e il Faro lo imitava; un giorno sentendo dei cani abbaiare(animali che non conosceva) cominciò ad urlare che nel villaggio si aggiravano animali feroci pronti a sbranare tutti e il Faro lo imitò.
I giorni passavano in questo modo e il Faro andò in tilt perché di solito era lui a dare segnali di allarme, ora invece veniva continuamente disturbato da Ansy e non aveva più la capacità di capire quali fossero i veri pericoli e quali no.
In poco tempo il Faro si avvilì, non era più in grado di fare quello per il quale era stato progettato tanti tanti anni fa e ora temeva per la sua stessa sopravvivenza; gli abitanti del villaggio cominciarono ad avere visi tesi e stanchi e si interrogavano su quello che stava succedendo senza però riuscire a rispondersi.
Un giorno, una ragazza di nome Consy, decise di vedere con i propri occhi cosa fosse successo al Faro.
Vide quella nuova costruzione accanto al Faro e vide il Faro, che un tempo si ergeva fiero e ritto sul villaggio, tutto incurvato su se stesso. Consy bussò alla porta della nuova costruzione e Ansy, non abituato ad avere visite, cominciò ad urlare e di conseguenza anche il Faro cominciò a sua volta ad allarmare il villaggio e le persone cominciarono a correre da una parte all’altra senza sapere bene cosa stesse succedendo.
Consy osservò tutto questo e capì; entrò nella casa di Ansy dolcemente e gli dette la mano: “Non temere, ci sono io con te, sei così spaventato, puoi venire a vivere con me fino a che non ti sei abituato alla vita di questo semplice villaggio; lasciamo che il Faro torni a fare quello per il quale è stato costruito, affidiamoci a lui ed al suo istinto, in mille anni non ha mai sbagliato.
Ansy tranquillizzato dalle parole e dai toni di Consy acconsentì a trasferirsi a casa sua, lasciando così nuovamente il Faro da solo.
I giorni passarono e il fatto che non ci fossero più falsi allarmi da parte di Ansy, dettero forza e coraggio al Faro che cominciò a ri-ergersi nella sua naturale posizione eretta. Aveva ricominciato a riconoscere i veri pericoli da quelli falsi e gli abitanti del villaggio cominciarono a rilassarsi e i loro volti ultimamente tesi e nervosi, tornarono gioiosi e armoniosi.
Il Faro aveva ritrovato la gioia di fare quello che aveva sempre fatto e che ultimamente non riusciva più a fare e questa consapevolezza gli faceva svolgere il suo lavoro in modo migliore rispetto a prima.
E Ansy che fine avrà fatto? Consy con lui era stato molto paziente, gli fece conoscere il villaggio, le persone, gli animali che lo abitavano e quando lui si impauriva per qualcosa, lei gli prendeva la mano e solo quel gesto serviva a calmarlo e a fidarsi di ciò che aveva intorno.
Ansy sapeva che per tutta la vita avrebbe comunque mantenuto quelle caratteristiche e che si sarebbe sempre spaventato tanto per tutto, ma aveva trovato in Consy una valida alleata poiché aveva la capacità di riuscire a fargli vedere le cose per quelle che in realtà erano davvero; tutto questo bastò ad Ansy che da quando andò a vivere con Consy non interferì più sull’attività del Faro.
Un giorno volle andare per mano a Consy a trovarlo e scusarsi perché con il suo comportamento gli aveva fatto perdere la fiducia in se stesso e gli promise solennemente che non avrebbe mai più interferito con il suo lavoro e che si sarebbe affidato e fidato.
Il Faro lo guardò e gli sorrise e in quel sorriso c’era tutto quello che può essere cercato in un sorriso… era il più bel sorriso che si fosse mai visto in mille anni.
Faro: sistema neuro-vegetativo
Ansy: ansia
Consy: consapevolezza:
Abitanti: emozioni/sentimenti interni ed esterni alla persona
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